Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo.
La Regione Campania nel 2012 era maglia nera dei ritardi nei pagamenti sanitari: secondo la CGIA di Mestre, l’ASL Napoli 1 impiegava 1.676 giorni (quasi cinque anni) per pagare le fatture. Al secondo posto di questa singolare classifica c’era l’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, dove i fornitori aspettavano fino a 1.414 giorni (quasi quattro anni). Ma non finisce qui: altra due aziende sanitarie campane pagavano i fornitori dopo i mille giorni: l’Ospedale Federico II di Napoli (1.321 giorni) e l’Asl di Salerno (1.157 giorni).
Oggi i tempi di pagamento, in Campania, sono i più corti d’Italia. La Regione paga per i farmaci entro 22 giorni ed entro 38 giorni per le fatture dei fornitori. Un risultato di cui andare orgogliosi e uno dei tanti successi che hanno permesso la Regione Campania di uscire definitivamente dal commissariamento della Sanità.
“Dopo anni, in cui le farmacie hanno dovuto subire ritardi di pagamento, ottenendo rimborsi anche dopo 18 mesi di attesa, spesso solo dopo aver sottoscritto transazioni con oneri a carico delle farmacie per spese legali, rinunciando agli interessi maturati, con il Governo De Luca si è avuta una continuità finanziaria che ha determinato e garantito la sostenibilità economica alle farmacie”. Dario Pandolfi, Federfarma Salerno.